Miseria e abbandono. A Pescara 12dicenne prostituita dalla madre per recuperare i soldi per giocare a bingo.
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Miseria e vizio sono alla base della tragedia che ha coinvolto una dodicenne di Pescara obbligata dalla madre a prostituirsi.
Ma è veramente solo la miseria e il vizio la causa del dramma?
Assieme alla madre e al convivente, agli arresti domiciliari sono finiti anche un giovane 18enne con problemi psichici e un anziano 92enne; questo fa pensare che, oltre al disagio della miseria e del vizio, ci sia anche la mancanza dei servizi necessari alla popolazione meno abbiente.
Un episodio triste che,sotto certi aspetti, supera quello delle morti bianche di Barletta. Un episodio che definire tragico sembra quasi di sminuirlo perché, quando si trovano coinvolti minorenni, non ci sono giustificazioni che tengono se non il totale scivolamento dei singoli in una dimensione che va oltre il normale svolgersi della vita civile.
Però, affinché ciò avvenga,il singolo deve pensare d’essere rimasto senza nessun appoggio sociale, di non essere più ai margini della società ma fuori da essa. Deve arrivare ad avere la certezza che nulla e nessuno possa fare qualcosa per la sua causa.
Non ci sono, in questa vicenda, personaggi che possano far pensare a un qualcosa di razionale (come ad esempio succede nel crimine organizzato). Ogni personaggio della vicenda vive di vita propria portandosi appresso, nei rapporti con gli altri, tutti i problemi inerenti la sua personale situazione senza, però, che gli altri possano interferire.
Quindi, miseria, vizio e abbandono sono gli elementi del fatto. La dove, però, è l’abbandono a fare da traino anche agli altri due.
Concludendo, la società dovrebbe/deve farsi carico delle situazioni di disagio intervenendo con programmi in grado sia di individuazione delle situazioni di disagio sia di intervento pratico.
Ovviamente, l’intervento non deve essere lesivo nei confronti dei soggetti interessati.