Manifestazione in Val Susa senza incidenti. Vince la linea pacifica!
post pubblicato in
società, il 23 ottobre 2011
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Alla fine, ad avere la
meglio in Val di Susa è stato il comitato No Tav; in tutti i sensi. L’hanno
avuta vinta su quanti avrebbero voluto sfruttare la manifestazione per creare
casino, sulle autorità che pensavano di bloccarli per evitare casini, sui
politici che delle loro ragioni se ne infischiano.
Ci sono riusciti ad arrivare
al cantiere e, come promesso, pacificamente limitandosi a tagliare la rete di
protezione.
Quella di oggi in Val di
Susa è stata una grande vittoria sia della popolazione locale sia della
democrazia. È stata una valida dimostrazione che, se si tengono lontani i
violenti, si possono raggiungere gli obiettivi prefissi con il solo
compromesso. Questo, in Val di Susa, l’hanno capito anche le forze dell’ordine
che, durante il flusso dei manifestanti (circa 20000 secondo il comitato),
hanno fatto controlli per evitare l’infiltrazione nella manifestazione dei
gruppi violenti che dopo Roma avevano detto di esserci.
Tutto ciò significa che non
servono leggi speciali, proposta fatta anche da Di Pietro, ma che basta
applicare quelle esistenti e allargare quelle che, attualmente, vengono
applicate solo a determinate situazioni – vedi quelle sullo stadio.
Ovvio che la parte principale
la devono fare gli organizzatori; e il comitato No Tav l’ha fatto con un manifesto chiaramente contrario ad ogni
violenza strumentalizzata. Manifesto che, oltre ad esprimere le ragioni della
protesta, detta anche la linea di condotta dei manifestanti: “Il 23
ottobre La Val di Susa dimostrerà loro che aprire i cantieri è una speranza
vana: migliaia di cittadini marceranno per tagliare le reti, per aprire varchi
nel recinto, per riaprire spiragli di democrazia.
In migliaia dimostreremo a testa alta che con
la forza ed il sopruso non è possibile aprire alcun cantiere, né oggi né mai.
Lo faremo a mani nude, portando solo gli strumenti per abbattere le reti; lo
faremo a volto scoperto perché non abbiamo nulla da nascondere, ognuno mostrerà
la sua faccia pulita che chiede soltanto rispetto. Daremo un taglio alle reti e
non porteremo alcuna offesa a chi dovrebbe difendere la legalità ed è mandato
invece a coprire l’illegalità di recinti abusivi che offendono la nostra
dignità”.
Domenica, manifestazione No Tav in Val di Susa. Secondo Maroni, la Val di Susa è a rischio.
post pubblicato in
società, il 20 ottobre 2011
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Una frase del portavoce dei
No Tav, Alberto Perino, detta in un’intervista viene travisata dal giornalista
ed ecco che il ministro Maroni, senza un minimo controllo sulla sua vericidità,
la riprende per poter attaccare il movimento.
La frase in questione “noi
siamo convinti che domenica succede qualcosa di brutto, i poliziotti faranno
delle azioni incredibili per non lasciarci neanche avvicinare alle reti". In seguito a queste parole, il giornalista
chiedeva: "e
quindi?" Perino rispondeva: "e quindi le prenderemo come al solito” esprimeva la preoccupazione, dopo i fatti di Roma, che i
poliziotti sarebbero intervenuti anche senza la presenza di forze esterne e
violente per impedire ai manifestanti di avvicinarsi alla rete che delimita il
cantiere.
Il giornalista, nel
trascrivere l’articolo, però cambia, di proposito?, l’ultima frase con “e quindi prenderemo il cantiere”; ed è qui che il
ministro prende al balzo l’opportunità, offertagli dalla stampa, per spargere
nell’etere veleno sulla manifestazione stessa creando ulteriore tensione
affermando “Sono
indignato del fatto che per qualcuno domenica prossima (in Val di Susa) succederà 'qualcosa di brutto”.
Nell’intervista a Peace Reporter,
il portavoce dei No Tav afferma che “l’intento della manifestazione è di arrivare alla
recensione e tagliarla senza entrare nel fortino. Tagliarle perché sono
illegali”. E ancora, “la
manifestazione sarà pacifica, a volto scoperto e senza niente in mano che non
siano le tronchesine per tagliare la recinzione”. E ancora “se dovessimo trovarci di fronte a una barriera di
poliziotti è ovvio che non taglieremo la recinzione”.
Come si vede, l’intento
degli organizzatori non è quello di creare casini ma di manifestare contro
quello che ritengono un disastro sul loro territorio.
A quanto sembra, però, il
ministro non la pensa allo stesso modo convinto com’è, anche a causa della mala
informazione, che i No Tav siano tutti violenti, inclusa la popolazione che, in
Val di Susa, sembra unita contro la Tav.
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(ultimo paragrafo)