Un giorno con tanta voglia di non fare niente. Quarta parte
Inizio
racconto
Pian piano, senza
accorgersene, il nostro amico ha attraversato la città fin quasi alla periferia,
praticamente in campagna, ancora un isolato e incominciano i campi coltivati.
Gli vien voglia di evadere
definitivamente, di andare in campagna – chissà se riesco a ritrovare i luoghi
dell’infanzia.
Sta per essere sopraffatto
dai ricordi ma si ferma. Non vuole nostalgie. Niente nostalgie oggi!
Prima di immergersi nella
natura, però, si ferma al primo bar che
incontra per un caffè.
Entra e si siede a un
tavolino in disparte. Il locale è tipico delle periferie: i clienti sono
prevalentemente pensionati e operai. Giocano a carte. In una saletta separata
sente, attutito, il tipico tac delle boccette da biliardo che si scontrano. Una
nota di colore si muove dietro al banco e tra i tavolini. Prepara le bevande e
le serve muovendosi con armonia come
seguisse una musica che solo lei sente.
Si avvicina al tavolino.
Il nostro amico, che sin dal
primo momento, nel vederla era rimasto
senza fiato, riesce con fatica a dire:
- Buon giorno.
- Buon giorno a lei, signore. Cosa le posso servire?
Voce flautata, piena di
tenerezza.
- Un caffè ristretto, grazie. Sempre a fatica
- Un po’ di pazienza e la servo subito.
- Grazie. Faccia con comodo, non ho fretta. Dice cercando
di ostentare indifferenza.
- Non è che per caso avete il giornale? Chiede sempre a
disagio.
- Si, aspetti che guardo se ce n’è uno libero.
La ragazza, avrà più o meno
20anni, nel tornare al banco per preparare il caffè al nostro amico, si ferma
ad ogni tavolino per ritirare i bicchiere e le tazzine vuote e pulendo il
piano, rispondendo, sempre con cortesia, alle battute dei clienti.
L’amico la guarda fingendo
indifferenza. Guarda i movimenti tranquilli di quel corpo così armonioso e al
contempo forte, sicuro, senza incertezze. Ogni suo movimento da l’impressione
di un passo di danza nell’etere talmente è leggero – o così sembra all’amico.
Il suo sguardo insistente,
anche se mascherato dall’indifferenza, non sfugge però all’anziano seduto al
tavolino accanto che, osservando l’amico, pensa a quando lui giovane, si
divertiva a fare avance alla ragazze.
- Bella donna, eh.
La voce, quasi un sussurro,
gli arriva di fianco e lo prende alla sprovvista. Si gira e vede un anziano
seduto tranquillo al tavolino di fianco; strano che non l’abbia notato prima,
pensa.
- Eh, si, proprio bella
Il nostro amico sorride
all’anziano che a sua volta si mostra contento d’aver, forse, trovato un po’ di
compagnia.
- Non ti fare troppe illusioni. Dice.
- Perché? È già forse impegnata? Chiede l’amico.
- Oh no, solo che ha un carattere piuttosto difficile.
- Difficile? Chiede l’amico conscio d’essersi espresso in
modo interessato.
Cosa che all’anziano non
sfugge,
- Se ti piace, dice, devi andarci coi piedi di piombo; come
si diceva una volta. Poi, sorridendo, sussurra: arriva.
L’amico intuisce la faccenda
dei “piedi di piombo” e ne fa tesoro.
Intanto la ragazza, arriva
al tavolino e gli pone il caffè e il giornale dicendo: ecco il suo caffè e il
giornale. Il volto sorridente.
L’amico ricambia il sorriso.
Grazie mille. Risponde sperando in uno di quei gesti che preludono a un
principio di interessamento La ragazza, però s’era già allontanata verso
le sue incombenze. Peccato, pensa l’amico. Forse ha ragione il signore; è
troppo difficile e, solitamente, le persone difficili sono anche problematiche.
- Visto?
L’anziano lo stava guardando
incuriosito. L’amico era sicuro che gli avesse letto in volto la delusione.
- Eh, si! sembra proprio difficile. O, magari, è solo
timida.
- Anche. Se proprio sei interessato e, se posso darti un
consiglio, ti conviene farti vedere più spesso di modo che si abitui a te.
Voglio dire, se fai delle avance adesso che non ti conosce, rischi di
comprometterti.
L’amico rifletté un attimo
sul perché di tanto interesse del signore nei suoi confronti e realizzò che,
forse, lo trattava come un figlio.
Poi disse: grazie per il
consiglio. E aggiunse: è la prima volta che vengo da queste parti e non conosco
la zona.
Lo disse anche per cambiare
discorso riproponendosi di seguire il consiglio del signore. Si! sarebbe
ritornato ancora. Sentiva dentro di se una sensazione diversa dal solito. Una
sensazione, nuova, che non aveva mai sentito prima. Di avance alle donne ne
aveva fatte tante, e alcune erano andate felicemente in “Porto”. Ma una
sensazione come quella che sentiva in quel momento non l’aveva mai avvertita;
neanche con le donne che più rispettava.
Inizio
racconto