Inondazioni e reazioni.
Ad ogni alluvione che si
verifica in Italia, e sono ormai tante, si forma, nella popolazione, e non solo
quella colpita, un senso di frustrazione che la porta a cercare un capro
espiatorio; qualcuno a cui addossare ogni colpa dell’evento che l’ha creata, quasi
a dimenticare eventuali colpe collettive.
Ad esempio la cosiddetta
cementificazione, ovvero, la costruzione, a ridosso dei fiumi e i torrenti, di
opere utili a tutti come case, capannoni, strade ecc., senza tener conto dello
spazio di cui il fiume e il torrente ha bisogno: l’alveo.
Da Wikipedia:
Si tratta della sede all'interno della quale si verifica lo scorrimento
delle acque fluviali. È proprio l'azione erosiva esercitata dalle acque che,
agendo sul substrato roccioso, ne determina la progressiva escavazione. Per
ciascun corso d'acqua è possibile individuare, in sezione trasversale, tre
distinti alvei:
- Letto ordinario (o alveo di piena): costituisce il canale di scorrimento del
fiume nei periodi di piena ordinaria, che si ripetono in primavera ed
autunno. È chiaramente delimitato lateralmente da sponde, o scarpate,
sub-verticali, oltre le quali si individua il piano del letto maggiore, in
posizione leggermente soprelevata. Nel letto ordinario sono contenuti
materiali grossolani, depositati conseguentemente alle variazioni di
corrente, responsabili anche del continuo rimaneggiamento (con conseguente
irregolarità) dell'alveo di scorrimento. Risulta scarsa, in virtù dei
fenomeni alluvionali di piena, la presenza di vegetazione arborea.
- Letto di inondazione (o alveo maggiore): è costituito dalla superficie massima
inondabile dal fiume nel corso delle alluvioni, è sopraelevato e di
dimensioni maggiori rispetto al letto di scorrimento ordinario.
Paradossalmente, l'attività umana di prelievo (spesso indiscriminato) del
sedimento fluviale, per la produzione di laterizi, può dal luogo ad un
abbassamento del livello di scorrimento del letto di inondazione. In questo
modo, anche in fase di piena, diviene più difficile per il fiume dar luogo
a fenomeni alluvionali. Il letto di inondazione è caratterizzato dalla
presenza di sedimenti e materiale grossolano, depositati dalle acque nelle
fasi di esondazione.
- Letto di magra (o canale di scorrimento): rappresenta il canale in cui, nelle fasi
di magra, si limita a scorrere la blanda corrente fluviale. Rappresenta la
fascia di maggior profondità, e non è costituito da argini
sufficientemente definiti da permetterne immediatamente la distinzione dal
canale ordinario, nel quale si forma. In generale, è costituito da un
canale di scorrimento che, spesso, tende a dividersi e riunirsi senza
soluzione di continuità, in base all'azione di escavazione dei sedimenti
del letto ordinario, esercitata dalla corrente di magra.
Da un punto di
vista morfologico, il letto di inondazione è il più ampio, ed al suo interno
contiene il letto ordinario il quale, a sua volta, comprende il più piccolo
letto di magra.
L'alveo di un
fiume può assumere diverse forme a seconda della natura dei territori
attraversati e della loro pendenza. In particolare nelle zone dove la pendenza è
maggiore i corsi d'acqua possono superare salti di roccia poco erodibile con cascate o rapide oppure
approfondire il proprio corso fino a formare canyon. In aree pianeggianti o sub-pianeggianti lo
scorrimento del fiume dà spesso origine a meandri, lanche o canali intrecciati.
Come si può notare, il fiume
ha bisogno di uno spazio variabile a causa della variabilità della quantità
d’acqua che vi scorre; maggiore è la quantità dell’acqua, maggiore è lo spazio
di cui ha bisogno. Spazio che, però, non è lineare ma anch’esso variabile.
Pertanto, la pratica di
costruire a ridosso del fiume costruendo argini artificiali per contenerlo, è
la causa principale delle inondazioni.
Un altro esempio sono i ponti
che lo attraversano con la base sull’argine artificiale e l’altezza appena al
di sopra dell’argine; durante la piena, ogni cosa di una certa grandezza
trasportata dall’acqua, s’incaglia bloccando il flusso dell’acqua provocando l’esondazione.
Un altro esempio inerente ai
primi due è il mancato drenaggio del fiume che dovrebbe essere costantemente
attuato al fine di dare la capacità al fiume di contenere più acqua possibile.
Un altro è la presunzione
dell’uomo di poter manipolare la natura a piacimento senza tener conto delle
esigenze della stessa; cosa di cui tutti ne traiamo vantaggio dato il benessere
che crea.
Altro ancora è l’incapacità
umana di ammettere i propri errori e fare quel passo indietro che ci
permetterebbe di costruire in sicurezza; anche qui per interesse. E non solo
politico, anzi, l’interesse maggiore lo ricavano, almeno finché non avviene il
disastro, i cittadini che usufruiscono dei permessi per costruire la dove non
dovrebbero.
Lo sfruttamento del massimo
spazio rubandolo al fiume, non avviene soltanto in città ma anche nelle
campagne – alluvione del veneto. Pur di avere qualche metro in più da
coltivare, si tagliano le piante nelle vicinanze del fiume quando non si va a
sfruttare il terreno dell’alveo; questo succede nelle valli.
Inoltre, quei corsi d’acqua
artificiali che prendevano acqua dai fiumi o torrenti e che in passato
servivano ad irrigare i campi, erano anche uno sfogo durante le piene; l’averli
dismessi, per la comodità dell’irrigazione a pioggia, ha contribuito ad
ingrossare i fiumi in modo eccessivo provocando inondazioni superiori a quello
che era la normalità.
Naturalmente, anche il clima
ha la sua parte, ma a voler essere pignoli, anche il clima sta cambiando a
causa dell’eccessiva attività umana.
Insomma, se dovessimo
ammettere che, in fondo, la modifica dall’ambiente è causata, direttamente o
indirettamente, da tutti, forse riusciremo a modificare il nostro approccio
alla natura.
Il capro espiatorio non
serve a nulla se alla base non c’è la consapevolezza generale che l’uomo non
può trattare la natura come un qualsiasi oggetto d’uso.